Mi dispiace, non sono daccordo. Avevamo evitato finora di piegare la lezione di Moro alle logiche di partito. Ora, però, Rosy Bindi sincarica di “coprire” ladesione al nuovo corso del Pd con un sollecito allimitazione (di Moro) che suscita perplessità. “Noi cattolici – ha detto ieri – dobbiamo sempre essere irrequieti, mai appagati, ce l’ha insegnato Aldo Moro“. Dunque, irrequieti vuol dire aderire alla svolta radicale di Elly Schlein? E questo sarebbe linveramento del moroteismo? Mi sembra alquanto azzardato.

Certo, Moro invitava i democratici cristiani a non acquietarsi  nella gestione del potere. Il suo pensiero aveva come centro di gravità la visione responsabile delle cose e, insieme, poneva a fondamento delliniziativa politica la coerenza che questa visione implicava. La novità non andava respinta, ma nemmeno inseguita ingenuamente: piuttosto doveva essere capita, per non cedere a superficialità di analisi e di proposta. Era contrario alle semplificazioni.

 

Nel famoso discorso sui “tempi nuovi”, tenuto al Consiglio nazionale della Dc alla fine del 1968, indicava la strada delle riforme e del cambiamento, a patto però di non perdere il senso della missione storica e politica dei cattolici democratici. [] guai a recidere – ammoniva – le radici che affondano nel nostro passato e nel nostro patrimonio ideale. Comprendo perciò lappassionata spinta al rinnovamento che ci viene da noi stessi e dalle cose; ma non saprei daltro canto riconoscere (né il Paese lo potrebbe) la Democrazia Cristiana in un nuovo partito radicale avulso dalla concreta nostra esperienza, dal nostro senso umano, dai nostri ideali“.

Dovremmo riflettere bene su queste parole. Una citazione estrapolata dal contesto può risultare ingannevole, ma se guardiamo allinsieme delle battaglie di Moro troviamo sempre lorgoglio di una limpida appartenenza a un movimento – democratico e cristiano – che non doveva smarrirsi nel gioco delle transazioni e degli accomodamenti, specie se in ballo cera il confronto sulla trasformazione degli equilibri politici. Sta di fatto che Moro non ha mai rinunciato ad unidentità di cultura e azione politica, insistendo a più riprese sulla necessità di mantenere fermo il richiamo ai principi ispiratori dellimpegno storico dei cristiani.