Finalmente anche a destra si avverte l’urgenza di una diversa politica dell’immigrazione. Giorgia Meloni è più aperta, Salvini al contrario frena. È un governo che ci regala ogni giorno questo spettacolo di “aperture e chiusure”.
Il punto è che non si può rimanere fermi. Ieri, a Potenza, il Presidente della Repubblica ha invitato le forze politiche – in primo luogo, ovviamente, quelle di maggioranza – a compiere il loro dovere, assumendo l’onere di “scelte concrete”.
Ecco, bisogna dare ascolto alle organizzazioni di mondo cattolico che a più riprese, su questo punto cruciale per l’avvenire del nostro Paese, hanno avanzato proposte e suggerimenti.
È un grande tema, questo, di unità nazionale: non averne consapevolezza, vuol dire minare alla base la costruzione di una “politica della concretezza”.
C’è bisogno di allargare l’area della collaborazione, senza mettere in ombra la linea che distingue il ruolo della maggioranza e quello delle opposizioni. Oggi il “Centro”, qualora investito di responsabilità, porterebbe in dote la cultura del confronto e della mediazione, per unire gli italiani sulla questione – quella dell’immigrazione – più delicata e complessa.
I radicalismi, anche quando fronteggiano gli sgorbi dell’azione di governo, non ci piacciono.